“Smettere di fumare non farsi smettere dal fumo”
Più o meno tutti sanno che con il fumo di tabacco si mandano nei polmoni (inspirano) una moltitudine di sostanze tossiche e cancerogene, tra le quali nicotina, radicali liberi e catrame, che fanno rischiare malattie e tumori delle vie respiratorie e altri distretti corporei. Meno divulgato è che con il fumo di tabacco si inspira monossido di carbonio (CO), altrettanto pericoloso per la salute perché blocca la respirazione cellulare, quindi produce disfunzione e/o morte cellulare.
L’aria inspirata va nei polmoni, dove attraverso la parete degli alveoli polmonari avviene lo scambio gassoso con il sangue. Una proteina dei globuli rossi, l’emoglobina, lega l’ossigeno dell’aria e con il circolo del sangue lo distribuisce a tutte le cellule del corpo, mentre scarica nei polmoni un prodotto di rifiuto della respirazione cellulare, l’anidride carbonica (CO2), che viene buttata fuori dai polmoni (espirazione).
Il monossido di carbonio (CO) inspirato, passa fra il 58 e il 60% dai polmoni al sangue, e si lega circa 240 volte più facilmente dell’ossigeno con l’emoglobina, formando carbossiemoglobina che è un agente asfissiante, che provoca ipossia e anossia tessutale. con conseguente disfunzione e/o morte cellulare.
La carbossiemoglobina, tra i non fumatori ha una concentrazione fisiologica compresa tra lo 0,3 e lo 0,7%. Una concentrazione di carbossiemoglobina del 50%, come può avvenire per esempio in locali chiusi con stufe difettose o scarico di veicoli, può condurre rapidamente alla morte. Nei fumatori la concentrazione di carbossiemoglobina è mediamente del 4%. Nei forti fumatori (2 pacchetti al giorno) la carbossiemoglobina può raggiungere concentrazioni del 15-20%, comportando un abbassamento delle funzioni dell’organismo e il rischio di arrivare lentamente a morte prematura o grave invalidità (infarto, ictus, impotenza).
Un esempio riferendomi alle arterie, in termini medici e semplificato in parole comuni:
il monossido di carbonio che arriva all’endotelio al posto dell’ossigeno, lo necrotizza avviando il processo ateroarterosclerotico con flogosi e rischio tromboembolico.
Il monossido di carbonio che arriva alle cellule di rivestimento interno delle arterie al posto dell’ossigeno, le fa morire creando delle screpolature in cui si infiltra il grasso e il calcio circolante nel sangue e si verifica una infiammazione. Nel tempo si forma un accumulo che ostacola la circolazione del sangue fino a un tappo che ostruisce le arterie, questa ostruzione può essere accelerata dalla formazione di un coagulo di sangue, il quale si può rompere mandando in circolo pezzi che vanno a tappare arterie più piccole. La conseguenza di questi ostacoli e tappi, sono infarti, ictus, con morte o invalidità permanente che può comportare l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita.
Altro danno per la salute è rappresentato dalle polveri sottili, PM 2,5, che nel fumo hanno una concentrazione enormemente superiore a quella presente nello smog che inquina l’aria, le quali dai polmoni vanno nel sangue. Causano tumori, ateroarterosclerosi, infarto, ictus, malattie broncopolmonari.
All’anno nel mondo sono circa 9 milioni le morti causate dallo smog, che secondo le zone raggiunge una concentrazione di PM 2,5, da 13 a 70 microgrammi per metro cubo d’aria.
Fumare una sola sigaretta equivale a respirare per 24 ore PM 2,5, a una concentrazione di oltre 600 microgrammi per metro cubo d’aria.
Una quantità enorme rispetto all’aria che si respira inquinata dallo smog.
The Lancet e British Medical Journal, sono due pubblicazioni scientifiche inglesi in ambito medico,
considerate tra le prime cinque delle più prestigiose riviste mediche internazionali.
Una morte su 10 al mondo è dovuta al fumo, lo afferma un grande studio statistico sui danni da sigarette appena pubblicato sulla rivista medica The Lancet. Dati raccolti negli ultimi 25 anni da ogni parte del mondo, con analisi approfondite sulle patologie connesse al fumo per ogni classe di età. Il fumo resta la seconda causa di morte prematura e invalidità al mondo, finché non calerà la diffusione di questa dipendenza.
Recentemente è stato pubblicato sul British Medical Journal, uno studio durato molti anni effettuato in 21 paesi, che ha seguito 141 gruppi composti da un totale di 5,6 milioni di persone per l’insorgenza delle malattie cardiovascolari e 7,4 milioni di persone per l’insorgenza delle malattie cerebrovascolari. È emerso che una sola sigaretta al giorno, secondo il gruppo esaminato, fa aumentare dal 48 al 74% il rischio di malattie coronariche nel maschio e dal 57 al 119% nella femmina. Mentre in entrambe i sessi aumenta del 30% il rischio di ictus cerebrovascolare.
A differenza del rischio del tumore, non c’è un rapporto proporzionale tra numero di sigarette fumate e l’insorgenza delle malattie cardiocerebrovascolari. Chi fuma una sola sigaretta al giorno rispetto a chi ne fuma venti, incorre comunque nell’aumento del rischio almeno del 50% di malattie cardiovascolari.
“Smettere di fumare non farsi smettere dal fumo”
Bisogna sostituire un piacere con un altro piacere, si agisce non perché si deve, bensì perché si vuole. Si vuole raggiungere il benessere fisico, psichico e sociale, essere soddisfatti del proprio agire e dei suoi risultati, ripristinare e mantenere il buon funzionamento del proprio corpo, sentirsi a proprio agio a interagire con il prossimo.
Per perseguire l’effetto positivo e duraturo dell’Agopuntura per smettere di fumare, necessita un ciclo di almeno dieci sedute, secondo i casi a frequenza quotidiana o con varia frequenza.
Nei miei ambulatori, il costo della visita medica preliminare e di ciascuna seduta di Agopuntura per smettere di fumare, è lo stesso dell’Agopuntura per le altre cure.
Agopuntura Foligno